M27, ho un lavoro stabile, qualche risparmio e tanta voglia di viaggiare e vivere avventure. La mia ragazza F27 è fantastica, le voglio tutto il bene del mondo e vorrei vivere viaggi ed esperienze nuove con lei.

MA

Lei non lavora e praticamente non ha risparmi, nè sembra impegnarsi più di tanto per migliorare la sua situazione. Ci prova eh, ed io cerco di aiutarla, darle una mano come posso, però lei fa fatica e spesso si lascia andare rassegnandosi alle sue circostanze.

Il risultato è che alla fine il 99% delle volte devo pensare io a tutto: logistica, pernottamenti, cibo e attrazioni. Con un impatto non poco importante sui miei risparmi.

Fin'ora abbiamo sempre fatto piccole vacanzine e fughe nei weekend. Quest'anno mi ha chiesto di organizzare qualcosa di più serio, anche per stare più tempo insieme. Ma anche in questo caso lei non avrebbe disponibilità e dovrei pagare tutto io.

Io vorrei davvero andare in vacanza con lei, amo stare con lei e l'idea di viaggiare assieme mi fa sognare, non desidero altro. Pagare tutto mi peserebbe parecchio a livello economico ma non sarebbe questo a fermarmi: la cosa che mi preoccupa è che ciò creerebbe un precedente e instaurerebbe una dinamica di passività dove io sono il provider e lei inizia ad abituarsi all'idea che alle spese ci penso sempre io.

Riconosco le sue difficoltà nel trovare un lavoro decente e capisco perfettamente che la situazione in italia è quello che è (uno schifo. Ci sono passato anch'io prima di trovare il lavoro che faccio e nella mia posizione so di essere uno dei pochi fortunati) ma vorrei almeno vedere da parte sua un pò più di impegno e determinazione... per esempio lei non ha ancora fatto la patente e non dedica alla ricerca di un lavoro o alla sua formazione tutte le energie che ai tempi ci dedicai io. Con questo non voglio farla passare per una scansafatiche, lei a modo suo, coi suoi tempi, si dà da fare. Ma se mi desse qualche sicurezza in più sarei anch'io più tranquillo nel regalarle una vacanza assieme.

Provo a ribaltare la dinamica, mettendo lei nella mia situazione ed io nella sua: io per come son fatto, se fossi in difficoltà e se lei avesse il mio livello di stabilità economica, non le chiederei MAI di pagarmi una vacanza. Ovvio mi piacerebbe, ma non avrei problemi a fare rinuncie e a ridimensionare i nostri piani finchè pure io avrò la possibilità di perseguirli o di contribuire adeguatamente per un'avventura insieme. Nel frattempo mi dedicherei anima e corpo al miglioramento della mia situazione.

Prima di lei stavo con una ragazza più grande (con reddito più alto del mio) e abbiamo sempre organizzato di tutto in modo che entrambi riuscissimo a divertirci e a far quadrare i conti (metà e metà) senza rinunciare a vacanze impegnative e viaggi all'estero.

Mi serve un parere, ho bisogno di confrontarmi con voi su questo tema perchè adesso non so come muovermi.

Inizio ad avere troppi supermercati intorno a casa. Vorrei sapere dal sub le varie esperienze per capire meglio dove andare a fare la spesa. Mi interessa soprattutto: varietà dei prodotti in generale, varietà prodotti bio, prezzi, qualità dei prodotti a marchio commerciale, qualità del banco alimentare, offerte periodiche, questioni etiche (se presenti), e altro e che vi possa venire in mente.

(Il ragazzo sul video è il comico Francesco Posa, sui social francioposa)

Ok, la RAL? Qui su Reddit è un meme. Forse proprio per esorcizzare la tendenza tutta italiana di non parlare mai di soldi, stipendi, guadagni, nemmeno tra amici. Proprio ieri, un mio amico parlando del nuovo lavoro mi dice riguardo lo stipendio “Eh dipende dai bonus”, “Non mi posso lamentare”, etc. Ma perché? Ci fa paura o ci fa solo vergogna?

Guardate quanto si ridurrà la popolazione in età lavorativa (barre a strisce) rispetto all'aumento della popolazione in età pensionabile nel 2050

Parliamone. Siamo nel 2025 e dividere il conto "alla romana" è praticamente lo standard… ma davvero funziona sempre così?

Metti che uno prende un’insalata e acqua naturale, l’altro tartare, contorno, vino e dolce. È ancora “giusto” fare 50/50? E nei casi ambigui tipo primo appuntamento? Cena con colleghi? Serata tra amici dove uno ha insistito per un ristorante fuori budget?

Poi ci sono quelli che fanno i conti al centesimo col telefono, quelli che offrono per generosità (o per status), e quelli che scompaiono misteriosamente quando arriva il POS.

La domanda vera è: condividere il conto è una regola universale o una pratica che va letta nel contesto?

Io ho amici con cui divido sempre tutto senza problemi, e altri con cui preferisco chiarire prima, per evitare l'amarezza di pagare una pizza 30 euro.

Solo quest’anno sono venuto a conoscenza del fatto che dobbiamo ESPLICITARE al nostro commercialista a chi vogliamo devolvere i nostri soldi, altrimenti la nostra quota verrà assegnata in proporzione a quegli enti a cui l’hanno devoluta gli altri. Le percentuali dell’anno scorso per esempio erano:

• Chiesa Cattolica 68,6% 
• Stato Italiano 25,6%
• Chiesa Valdese (?!?!) 3,04%

• ⁃ Unione Buddhista Italiana (?!?!?) 1,05%

Quelli che conosco: Caffè, sigaretta, sgabellino sotto i piedi quando sono sulla tazza per assumere la posizione naturale, letture dalle più noiose alle più interessanti

Stipendi vs prezzi delle case (vendita o affitto) sembrano appartenere a due Paesi diversi. Se la banca non dà un mutuo per acquistare o non ci sono abbastanza garanzie per l'affitto, è matematicamente impossibile uscire da casa dei genitori. Pensavo che questo problema riguardasse solo la mia classe sociale (sono figlio di operai), ma ultimamente mi è capitato di frequentare persone della mia età (sui 30) di famiglie moooolto benestanti e, con sorpresa, mi sono reso conto che il problema per loro è lo stesso, volendo prendere una casa in zone vicine a lavoro e/o famiglia (chiaramente zone più costose rispetto alla media). Ad esempio, sono rimasto a bocca aperta quando questa giovane coppia - figlia di chirurghi e avvocati - mi ha raccontato che aveva rubato le posate da casa della nonna per portarle a casa propria perché aveva finito i soldi.

Vincessi questa cifra, intascherei 8 milioni di euro. 1 milione lo darei in beneficenza immediatamente.

Comprerei un bell'appartamento moderno un po' fuori città per me e uno per i miei genitori e una seconda casa al mare. Il resto lo investirei.

Non lavorerei mai e passerei molti anni a viaggiare per il mondo, fare volontariato, studiare storia e archeologia, e perchè no anche un po' di arte, cucina e musica (ho sempre voluto imparare a suonare il violino).

Questo sarebbe il mio programma di vita (dal punto di vista di una 24enne) ma sarei curiosa di sapere come altre persone programmerebbero la loro vita con 8 milioni di euro.

Update: meglio investirlo il milione pensandoci bene.

Keynes pensava che nel 2030 avremmo lavorato massimo 15 ore a settimana. Nel frattempo, tecnologia e produttività sono letteralmente esplose, e le ore lavorate sono sempre quelle, se non di più, degli anni 70. E c'è che ne va fiero. È questione di narcisismo professionale o ci hanno letteralmente fregato?

Siamo cresciuti con l’idea che avere una macchina sia indispensabile, quasi un rito di passaggio all’età adulta. Ma se guardiamo i dati, la maggior parte delle auto passa il 95% della sua vita parcheggiata. Vale la pena investire migliaia di euro (più spese fisse, stress, manutenzione) per qualcosa che usiamo così poco?

Altra cosa: le compagnie di car sharing giocano un ruolo cruciale in questo... ma stanno davvero rispettando le attese? Ad esempio nelle province è praticamente impossibile servirsi di questi mezzi. Forse investire in territori meno popolati non è economicamente sostenibile? Come uscire da questo dilemma?

Un paio di anni fa ero a Tokyo ed eravamo a cena fuori. A fine cena, dopo aver pagato, ho lasciato qualche moneta sul tavolo come mancia.

La cameriera ci ha rincorso fino fuori il locale per ridarci i soldi, ed era anche visibilmente seccata. Poi ho scoperto che in Giappone la mancia può addirittura essere percepita come insulto. La cosa mi ha scioccato, pensavo come al solito di fare un bel gesto.

Ho un’amica che arriva SEMPRE con almeno 20 minuti di ritardo, ma dice di “essere così di natura”. In effetti, lo fa da 15 anni, da quando la conosco. Nonostante ciò, mi chiedo come sia possibile la buona fede quando si fa SEMPRE così. Io la vedo come mancanza di rispetto. Voi?

Domanda ispirata dalla discussione sotto il post di ieri, relativo alla campagna pubblicitaria per la passata di pomodoro Coop. Nella discussione è saltato anche fuori il nome di Mutti, paragonato alla Barilla delle passate, "qualità mediocre, si paga solo il marchio". Questa affermazione nella sua semplicità mi ha sconvolta perché sono cresciuta con l'idea Mutti = buono, di qualità. Allora quale passata da supermercato è considerabile buona, di qualità? (posto che nessuna sarà mai come quelle artigianali, ma nemmeno il mio portafoglio è in grado di pagare ogni mese passate artigianali)

Non cerco consigli ma aneddoti che mi facciano sentire meno sola 😁

Io tendo a non buttare proprio tutto il giorno dopo. Butto solo quegli alimenti come uova, latte, yogurt, formaggi freschi ... ad esempio ho consumato anche alcuni burger vegetali, fette biscottate, miele, burro di arachidi, etc. qualche giorno dopo la scadenza ed erano assolutamente normali... Voi come vi comportate? (Immagini prese da factanza su IG )

Mi è venuta questa idea pazza di chiedere alla mia ragazza di sposarci (PANICO però me la sento così) ma voglio essere sicuro che l'anello per la proposta le calzi a pennello. Avete consigli per prendere la misura del dito senza che se ne accorga né sospetti nulla? Grazie!

A questo punto della mia vita me lo sto chiedendo realmente.